…”Li assaggio tutti, grazie”.

 

Conosco Marco Arlunno e la sua famiglia da molti anni. Ricordo le giornate passate in montagna con suo fratello Ricky e suo cugino Alessandro, l’immancabile sorriso gentile della zia Bruna e il carattere bonario dello zio Giuseppe. A quei tempi Marco era ancora un giovane studente e l’Azienda Agricola Mirù, con i suoi dieci ettari di vigneto e la sua produzione vinicola, era gestita soprattutto da suo papà Eugenio e da zia Bruna. Recentemente le nostre strade si sono re-incrociate e ciò mi ha dato l’ottima occasione di assaggiare in sequenza, in un arco relativamente breve di tempo, l’intera produzione dei suoi vini. Ne voglio parlare, perché si tratta di prodotti davvero ottimi, che raccontano una storia di passione per il vino e di attaccamento alle proprie radici.

Formatosi nel frattempo in campo agrario ed enologico, Marco ha preso in mano con successo le redini dell’azienda da diversi anni ed oggi la dirige con passione ed entusiasmo, come traspare dalle sue stesse parole:  “Ho ereditato l’amore per la vigna da mio padre Eugenio che, nel 1978, decise, da viticoltore, di iniziare a produrre vino di qualità. Ma anche da mia zia Bruna, un’autentica donna del vino, che mi ha trasmesso la passione per la nostra bellissima terra. La nostra cantina si dedica alla produzione di vini naturali, ispirata ai principi della lotta integrata, che ad esempio vieta l’utilizzo di coadiuvanti, pesticidi e insetticidi, puntando sull’azione di antagonisti naturali per riequilibrare l’ambiente”.

La Gamma della produzione Mirù è idealmente suddivisa in tre trittici.

Il primo tris è formato da: Rossini, un ottimo rosato, fresco e agrumato; Tice, tipico blend Novarese di Nebbiolo con 20% di Vespolina e 20% di Uva Rara, dal bellissimo colore rubino, un elegante fusione dei profumi del territorio; Piriet, bianco fresco e persistente, direttamente dal “vitigno innominabile” (molti amanti del vino avranno… visto la luce 😉 e capito di cosa parlo).

 

Il secondo gruppo ci dice molto della filosofia dell’Azienda: evidenziare il singolo vitigno prediligendo la scelta monovarietale, per esplorare identità e carattere delle varie uve del territorio. Quelli dell’Azienda Mirù sono vini decisamente poco omologati, mai “ruffiani”, con tannini spesso marcati, come è tipico delle terre di cui sono espressione. Quindi N50, Nebbiolo in purezza, con sentori di ciliegia matura, viola e spezie; N54, Vespolina, dal fondo tipicamente “pepato”; N47, Uva Rara, morbido con aromi di frutta rossa.

 

Nel terzo gruppo ci sono infine i docg. Il Ghemme docg è prodotto principalmente da vitigno Nebbiolo, che in questo territorio cresce su suoli a reazione acida, unici in tutto il Piemonte e ricchi di minerali. Ciò contribuisce a esaltare finezza, eleganza e mineralità del vino. Quindi Ghemme, Ghemme Vigna Cavenago e Ghemme Riserva, tre fiori all’occhiello fatti apposta per affinarsi e maturare nel tempo. Vini di struttura e persistenza, ricchi di note floreali ma anche fruttate e speziate. Una complessità votata all’invecchiamento che farà sicuramente prevalere sentori diversi rispetto ad altri a seconda dalla fase evolutiva in cui si deciderà di assaggiare il vino.

 

Complimenti davvero per gli ottimi prodotti. Un grazie di cuore a Marco e alla sua famiglia e un arrivederci a presto!

Roberto

Qualcuno disse che la vita è ciò che ci accade mentre siamo impegnati a programmare altre cose. È un po’ vero, e infatti è fondamentale cercare di essere un po’ più padroni del nostro tempo, dedicandoci alle nostre passioni e a quello che ci fa stare bene. Un viaggio, una gita, una mostra, un’attività sportiva su misura per noi, un buon libro o un buon film. Certo, l’occhio di riguardo e sempre rivolto al mantenersi in salute (soprattutto parlando di attività  e alimentazione) ma siccome “ogni tanto si può fare”, ecco che qui parleremo anche di degustazioni  di vini o birre, sagre, ristoranti e tutto quel sale della vita che, senza esagerare, e fondamentale per stare realmente bene con noi stessi.

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