Il magico mondo delle api

Circa 4 anni fa, in collaborazione con l’Azienda Agricola “I Faggi” di Alessandro Spadin, apicoltore, abbiamo avuto i piacere di presentare presso diverse scuole materne il progetto HONEYLAND. Consisteva in un laboratorio didattico dove si introducevano i bambini al mondo delle api e del miele. Abbiamo messo in campo audiovisivi, brochures create ad hoc, esposizione delle api al lavoro “dal vivo” grazie all’utilizzo di un alveare didattico con le pareti in plexiglas, fino all’assaggio di vari tipi di miele e pappa reale. Tutto questo per sensibilizzare i bambini, fin da piccoli, tanto al tema “ambientale”, quanto a quello “nutrizionale”, valorizzando ad esempio il miele di qualità e gli altri prodotti dell’alveare come vincenti dal punto di vista salutistico.

Allestire questo progetto è stata, anche per noi, un’occasione unica per scoprire curiosità e nozioni sorprendenti, poco note ai più, riguardo a questi operosi e incredibili animaletti, che si possono tranquillamente dire fondamentali per l’esistenza della vita sulla terra. Abbiamo scoperto ad esempio che il ciclo vitale di un ape regina arriva a 3-4 anni, mentre una singola ape operaia, che vive non più di 45 giorni, svolge nell’arco della sua breve vita TUTTI i lavori previsti in un alveare.

1 – LE API SPAZZINE
Il ciclo dell’ape operaia inizia in primavera, quando le nuove nate, deboli e indifese, fuoriescono dalle cellette in cui di sono sviluppate. aiutate e nutrite con miele dalle compagne, dopo poche ore sono già al lavoro con la mansione di SPAZZINE: occorre pulire le cellette in cui loro stesse sono da poco nate e prepararle per le nuove uova, nonché preparare altre cellette destinate ad accogliere le scorte di nettare e polline.

2 – LE API NUTRICI
Le nuove nate passeranno presto al ruolo di NUTRICI, producendo la pappa reale con cui nutrire le larve generate dalla grande ape regina. In seguito le cellette contenenti le larve verranno sigillate con un tappo di cera e all’interno, dopo un ciclo di 21 giorni, ne nasceranno le api della generazione successiva. Le nutrici svolgono anche il ruolo di ANCELLE della regina: devono nutrirla con la pappa reale, curarla e pulirla, nonché riempire con la preziosa sostanza anche alcune celle più grandi, quelle delle future nuove regine.

3 – LE API CERAIOLE E GLI ARCHITETTI
Nella fase successive le nostre amiche si dedicano alla produzione di cera con cui fare piccole riparazioni, ma anche i tappi per le cellette delle larve e delle scorte di miele. Sono questi i giorni della sciamatura, in cui all’improvviso la regina si precipita fuori dall’alveare, seguita da migliaia di api. Stanno infatti per nascere nuove regine e quella attuale, per non essere cacciata, gioca d’anticipo volando in cerca di una nuova casa. Solitamente la regina si appoggia a un ramo, seguita dal suo plotone di fedelissime, che la avvolgono fino a formare una grossa palla, mentre le esploratrici (ruolo che vedremo in seguito) partono alla ricerca di un posto dove costruire il nuovo alveare.

Qui entra in gioco l’APICOLTORE, che taglia il ramo dall’albero con lo sciame attaccato e trasferisce le api e la regina in una nuova arnia, dove le nostre api,

promosse al ruolo di ARCHITETTO, si mettono subito al lavoro nella preparazione di nuove cellette: un vero capolavoro della natura.

Nel frattempo nel vecchio alveare sta succedendo qualcosa di meno romantico ma inevitabile, diciamo che qui la natura sta manifestando il suo lato più crudo: subito dopo la sciamatura, da una cella reale è infatti uscita una nuova regina, che ha immediatamente prodotto un canto a cui le altre regine, ancora nelle celle, hanno risposto. Ciò ha permesso di individuarle e ucciderle a colpi di pungiglione. Questo perché non può esserci più di una regina per alveare.
Gia dopo qualche giorno la nuova regina uscirà per il volo nuziale e tutti i fuchi degli alveari vicini la rincorreranno per accoppiarsi con lei. Al suo rientro ci sarà la la deposizione delle uova che darà il via all’ennesimo nuovo ciclo vitale.

4 – LE API ESPLORATRICI
Ma nel frattempo, dalla nidiata precedente, ecco il ruolo a cui si accennava poco sopra. Le api diventate esploratrici si orientano e ritrovano la strada di casa riconoscendo la famiglia dal suo odore, ma anche dal colore dell’arnia, dal paesaggio circostante e dalla posizione del sole. Se si dovessero avvicinare alla vecchia arnia, o a quella di un’altra regina, le api GUARDIANE sbarrerebbero subito loro la strada.

5 – LE API VENTILATRICI
Nel nuovo alveare succede anche qualcosa che ha dell’incredibile: le api sono infatti in grado di climatizzare la loro casa: posizionandosi strategicamente e battendo le ali 300 volte al secondo mantengono fresca la temperatura all’interno nelle ore più calde; parallelamente, per tenere invece la covata al caldo ed asciugare il nettare nelle ore più fresche, producono calore muovendo velocemente i muscoli del torace. Tra l’altro il battito delle ali aiuta anche la diffusione dell’odore unico che caratterizza ogni alveare. Questo aiuta le api a ritrovare la strada di casa anche a grande distanza.

6 – LE API MAGAZZINIERE
Mentre le BOTTINATRICI raccolgono il nettare dai fiori e lo portano all’alveare, le MAGAZZINIERE se lo passano  a catena per poi deporlo nelle cellette. È così che il nettare inizia a diventare miele, poi nelle cellette completa la sua trasformazione.

7 – LE API BOTTINATRICI
Sono quelle che possiamo facilmente vedere al lavoro nei nostri giardini: succhiano il nettare dalla base del fiore, poi raccolgono anche il polline, lo impastano e se lo caricano sulle zampe posteriori, e il più delle volte questo lavoro viene fatto in volo.

Ecco la parte cruciale del ruolo delle api in natura: qualcosa di fondamentale per fiori e piante, che affidano a loro il trasporto del seme tra un fiore all’altro per riprodursi, garantendo così il proprio ciclo vitale e da lì la nostra stessa esistenza. Dalle gemme delle piante le api raccolgono anche la propoli, che è un incredibile sostanza naturale con poteri antibiotici, utile anche per combattere batteri e malattie in campo umano.

Altro aspetto molto affascinate: quando le bottinatrici trovano un ricco campo fiorito danzano sul favo disegnando una specie di «8» e indicano la direzione alle loro compagne. Addirittura, a seconda della velocità a cui eseguono le evoluzioni, sono in grado di comunicare la distanza della meta.

8 – LE API GUARDIANE
L’ape operaia diventa guardiana quando è oramai verso la fine finale del suo ciclo vitale. Il senso pratico di madre natura provvede infatti ad assegnare agli elementi ormai “sacrificabili” questo che è il compito più rischioso nella comunità dell’alveare. La guardiana deve proteggere la famiglia da topi, farfalle, formiche, vespe, a volte addirittura dagli orsi!  Tra i nemici insetti possono addirittura esserci api di altri alveari: le SACCHEGGIATRICI, che cercano di rubare il miele quando il raccolto scarseggia. Le guardiane si posizionano minacciose all’entrata dell’alveare, con le mandibole aperte, le zampe sollevate e le ali pronte a spiccare il volo.

Il vero guaio inizia, per loro, quando sono costrette ad usare il pungiglione, che è seghettato e rimane impigliato nella pelle dell’avversario, cosicché lo strappo che ne segue provoca anche la morte della bestiola.

 

Ecco infine qualche notizia interessante sui prodotti dell’alveare:

IL MIELE
Le api bottinatrici succhiano, con la loro bocca a forma di tubicino, il NETTARE dei fiori. Il nettare è una sostanza dolce, una specie di sciroppo liquido prodotto dai fiori.

Le api lo raccolgono in una cavità che si chiama borsa melaria, dove  viene addizionato di enzimi, sostanze che iniziano a trasformarlo in miele. Tornate alla loro casa le api bottinatrici passano il nettare alle prime api che trovano all’ingresso dell’arnia. Queste api continuano il processo di trasformazione del nettare in miele mentre lo immagazzinano in apposite cellette di cera.

Le ventilatrici fanno in modo che parte dell’acqua evapori, lo sciroppo diventa così più denso, più dolce e più conservabile del tempo: i tanti zuccheri e le particolari sostanze aggiunte dalle api, lo rendono un alimento nel quale non prosperano né batteri, né muffe, né lieviti. Quando il miele è finalmente pronto le api concludono il lavoro sigillando la celletta nel quale è conservato con un piccolo tappo di cera.

IL POLLINE
Il polline è una polverina contenuta nelle ANTERE dei fiori.


Questi granuli sono le cellule riproduttrici maschili della pianta e trasportati dal vento raggiungono gli organi femminili (pistilli) permettendo alle piante di riprodursi. Il polline, impigliandosi tra le zampe delle api, è però trasportato di fiore in fiore anche dal loro incessante lavoro.


Inoltre il polline attira le api anche come alimento: se il nettare infatti viene usato come elemento energetico, il polline è l’indispensabile sostanza proteica che permette la riproduzione e la crescita all’interno dell’alveare.

LA CERA
La cera è una sostanza secreta in modo naturale dalle api operaie, di età tra i 12 e i 17 giorni, mediante otto ghiandole situate nel loro addome. Le api usano la cera per costruire le celle esagonali dove vengono cresciute le larve e depositati miele e polline e anche i “tappi” che usano per sigillare le stesse cellette quando il miele è pronto e maturo.

LA PAPPA REALE
È il prodotto più pregiato e ricco dell’alveare, ha un aspetto biancastro e viscoso. È prodotta dalle ghiandole salivari delle api nutrici ed è l’alimento essenziale della dieta riservata all’ape regina e alle giovani larve, durante i loro primi tre giorni di vita.

Grazie a questo nobile nutriente, la larva reale ha da subito una crescita straordinaria e vivrà fino a 3-4 anni, diversamente dai fuchi, la cui vita dura tre mesi, e dalle operaie, che non superano i 45 giorni.

 

Qualcuno disse che la vita è ciò che ci accade mentre siamo impegnati a programmare altre cose. È un po’ vero, e infatti è fondamentale cercare di essere un po’ più padroni del nostro tempo, dedicandoci alle nostre passioni e a quello che ci fa stare bene. Un viaggio, una gita, una mostra, un’attività sportiva su misura per noi, un buon libro o un buon film. Certo, l’occhio di riguardo e sempre rivolto al mantenersi in salute (soprattutto parlando di attività  e alimentazione) ma siccome “ogni tanto si può fare”, ecco che qui parleremo anche di degustazioni  di vini o birre, sagre, ristoranti e tutto quel sale della vita che, senza esagerare, e fondamentale per stare realmente bene con noi stessi.

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